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Itinerario 2: da Castelmonte/Sveta Gora al Kolovrat (a piedi ) | ||||
Presentazione Castelmonte/Stara Gora-Tribil Superiore/Gorenj Tarbiji km 14 circa; Si parte dal piazzale sottostante il borgo di
Castelmonte/Stara Gora, dominato dall’omonimo
santuario. |
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Secondo la tradizione, il santuario di Castelmonte (in sloveno Stara Gora, monte antico) risale a 1500 anni fa. Storicamente se ne hanno |
STORIA | |||
notizie dall’anno mille. Di sicuro, questo splendido borgo medievale, che si presenta praticamente come era nel ‘500 - ‘600, ristrutturato dopo alcuni rovinosi incendi e terremoti, già alla metà del XIII secolo disponeva di una delle chiese più ricche del Patriarcato di
Aquileia. |
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IN AUTO | Da qui in poi, per vedere interamente la linea di
trincea, a volte potrà essere necessario abbandonare
i sentieri segnati. Per chi non se la |
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sente, è possibile proseguire a piedi lungo il Sentiero Italia o anche in auto lungo la sottostante strada provinciale per Tribil Superiore/Gorenj Tarbiji. |
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I GUERRA | Sulla cresta del monte Špik si sviluppano
interessanti fortificazioni facili da percorrere,
mulattiere, tratti di trincea ben conservati e |
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rinforzati con muretti a secco, tre gallerie artificiali scavate nella roccia. All’interno di una di queste si nota la costruzione di una scalinata in cemento lungo la china, che si collegava tramite una passerella di legno (oggi inesistente) ad alcuni ulteriori gradini sul margine del pozzo interno, dentro il quale si poteva discendere tramite staffette metalliche murate sulla parete. |
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I GUERRA | Il 27 ottobre 1917, le truppe italiane in ritirata dal Kolovrat e dal monte Cum/Hum, incalzate dagli austroungarici provenienti da |
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Tribil Superiore/Gorenj Tarbi, si arroccarono intorno alla chiesetta di S. Nicolò (costruita nel 1294). In aiuto delle truppe della 19a divisione in ripiegamento vennero inviate, insieme alla brigata Ferrara che si trovava già in loco, anche le brigate Avellino e Milano perun disperato tentativo di arginamento. Gli scontri furono estremamente violenti, e la resistenza italiana accanita ma inutile data la forza soverchiante delle truppe imperiali. La battaglia si esaurì verso sera. I giorni successivi gli abitanti dei paesi attorno si prodigarono per soccorrere i feriti e seppellire i morti attorno alla chiesetta di S. Nicolò/Sv. Miklavž che, durante la battaglia venne adibita ad ospedale. Due croci commemorative in tedesco ricordano le vittime di quella tragica e sanguinosa battaglia all’arma bianca. Si prosegue a ziz zag tra le trincee, purtroppo in completo stato di abbandono e nascoste dalla vegetazione.
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Il sentiero Italia (Cai n° 747) ora corre praticamente sulla dorsale della montagna, rendendo più facile l’esplorazione delle linea di trincea. |
IN AUTO | |||
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Vedi sull’itinerario n° 4 a pag. 42 la descrizione dell’omonima chiesetta situata in splendida posizione panoramica in cima al monte |
ARTE | |||
S. Giovanni/Sv. Ivan. Disceso il monte S. Giovanni/Sv. Ivan, dopo poco più di 1 km., per un breve tratto il Sentiero Italia coincide con la sottostante strada provinciale asfaltata. |
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Subito dopo la località di Uratac una strada bianca
conduce a destra in località Fortin (segnata sulla
carta Tabacco). |
I GUERRA | |||
L’omonima grotta, lì ancor oggi visibile, era utilizzata come ospedaletto durante la prima guerra mondiale. La denominazione
“fortino” è dovuta alla presenza di feritoie in cemento armato utilizzate come postazioni di mitragliatrice. |
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I GUERRA | Il paese di Tribil Superiore/Gorenj Tarbiji
venne adibito a posto di comando del 57° e 58°
raggruppamento d’artiglieria che schierava pezzi |
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da 105 e 210 mm. Arrampicandosi lungo le pendici del monte Klopac, alle spalle del paese, si trovano dei trinceroni adibiti in parte a stalle e in parte a degenza ospedaliera, data la presenza in loco di un ospedale militare del quale rimane solo la vecchia fontana di “Peč" recentemente restaurata e riportata al suo assetto originale. Questo ospedale funzionò anche successivamente alla conclusione del primo conflitto mondiale. Durante l’epidemia della “spagnola” che inflisse nuove perdite alla popolazione ormai stremata negli anni post bellici, tanti bambini, anche dei paesi sul versante sloveno dello Iudrio/Idrija, trovarono sepoltura nel cimitero di Tribil, sorto frettolosamente nei giorni seguenti allo sfondamento di Caporetto. Da qui in poi la linea di difesa italiana prende un
altro aspetto. Da Tribil Superiore/Gorenj Tarbiji
continuiamo a percorrere il Sentiero Italia (sempre
segnavia Cai 747). |
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I GUERRA | Risalendo il monte Cum/Hum (dista circa 1,5 km)
troviamo numerose gallerie, stalle, trincee, piazzole
d’artiglieria, osservatori e |
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postazioni per riflettori che servivano ad illuminare le posizioni nemiche. A difendere la linea Cum/Hum-Rucchin/Zaločilo era la brigata Elba. La cima venne conquistata dalla 5a divisione prussiana, precisamente dall’8a compagnia dell’8° reggimento granatieri, alle ore 11 del 26 ottobre 1917. Si arriva a Rucchin/Zaločilo sempre seguendo il Sentiero Italia per circa 2 km. Da qui al Kolovrat si incontrano diverse fortificazioni come nidi di mitragliatrice, trinceroni, tutti realizzati in cemento armato, e numerosissime caverne che davano riparo alle artiglierie del 25° raggruppamento, tutti pezzi da 149 mm. Qui si stava a stretto contatto col fronte, controllando la valle del Iudrio/Idrija, l’altopiano della Bainsizza, la valle dell’Isonzo. |
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